Vietato parlare di caffè. Il mondo scopre specialty e monorigine, in Italia è sempre la stessa solfa

Vietato parlare di caffè. Il mondo scopre specialty e monorigine, in Italia è sempre la stessa solfa

Bungiorno cari Amici lettori amanti del Buon Caffè. Prendo spunto da questo articolo uscito sulla rivista "Il Gambero Rosso" di cui vi lascio il link in fondo.

E' estremamente interessante capire cosa stiamo vivendo in questi ultimi tempi; da un lato vedo con estremo piacere crescere l'interesse  verso i "Caffè Speciali" chiamatati da americani ed europei e gourmet del caffè "Specialty Coffee" e dall'altro lato la continua ed inarrestabile crescita dell'importazione di caffè crudi Robusta e Arabica di bassa e bassissima qualità che oggi 07 gennaio 2024 hanno raggiunto anche prezzi altissimi ed assurdi; questi caffè sono destinati alla produzione di massa per i più diversi sistemi di estrazione e consumo, primi fra tutti sicuramente le capsule in plastica e alluminio...! 

Cosa sta succedendo? E' colpa del consumatore finale che non sa ancora realmente distinguere la vera qualità? E' colpa dei torrefattori che non vogliono o non sanno comunicare il valore dei propri prodotti? Oppure tutto questo problema ha delle cause molto più profonde e complicate da spiegare...?

Vorrei provare con il Vostro aiuto ed interesse verso questi problemi a spiegare cosa stiamo vivendo; se avete domande, idee o risposte, Vi invito a lasciare un commento, Grazie e Buon Caffè!

Faraglia sito web ufficiale: www.faraglia.it

Estratto dalla rivista online del Gambero Rosso:
3 Gen 2024, 09:14 | a cura di Michela Becchi
Sembra un argomento ormai vietato: il caffè. E mentre nel mondo ormai si parla di specialty, di estrazioni, di miscele, da noi si continua a dire semplicemente e vagamente caffè. Forse è ora di riaprire un discorso bloccato da anni
Ogni mattina un torrefattore si sveglia e sa che dovrà correre più veloce di un giornalista per schivare luoghi comuni e falsi miti che ruotano attorno al mondo del caffè. Ora, se lo specialty in Italia ancora arranca nel suo percorso d'affermazione la colpa non è (solo) dei media, ma chi si occupa di comunicazione svolge - o almeno avrebbe dovuto farlo - un ruolo fondamentale nel settore.
Il linguaggio è l'arma più potente che ci sia per cambiare le cose, basti pensare al modo in cui ci ostiniamo a chiamare la bevanda, caffè, senza fare lo sforzo di usare il suo vero nome, espresso. O filtro, a seconda dei casi. Se è vero che il giornale è la preghiera del mattino, allora l'espresso è il sacramento degli italiani. E il più delle volte la lettura del quotidiano avviene proprio sorseggiando una buona tazzina, rituale di tanti mattinieri che concentrano le energie nelle prime ore della giornata. Allora sarebbe auspicabile che le parole si accordassero bene ai profumi sprigionati dalla moka che borbotta: niente più dicerie e frasi fatte, storytelling pre-impostato sul barista- amico-confidente e il bar inteso come luogo di ritrovo per quei quattro amici che volevano cambiare il mondo. Ma un'informazione corretta, sana, efficace, dritta al punto.
I trend su TikTok
Noi che, come tutti, abbiamo commesso degli errori, tra tutti quello di accantonare l'argomento per un po', credendo che non ci fosse più nulla di interessante da dire. Ma fin quando su TikTok continueranno a spopolare trend privi di logica come l'aggiunta di sale alla tazzina, fin tanto che i quotidiani si ostineranno a propinare ogni due anni il caro vecchio studio "Se bevi caffè amaro, sei uno psicopatico", allora parlare di prezzo dell'espresso, di lavoro in piantagione, di procedure corrette per un espresso ad hoc, avrà ancora un senso.
Il sex appeal del caffè
Foss'anche solo per restituire al caffè quel sex appeal che, in fondo, ha sempre avuto: cosa c'è di più accattivante di un prodotto di cui, giorno dopo giorno, non ci si annoia mai?
Link:
https://www.gamberorosso.it/notizie/vietato-parlare-di-caffe-specialty/
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